HappyFamily

Mentre guido penso, a volte mi vengono idee geniali, mi rilasso, ricordo. E’ così che stamattina guidando e pensando a una cosa a caso come la morte, ho iniziato a scavare nella mia infanzia. Il mio primo incontro con un gatto è avvenuto a 5 anni. Mi ricordo la scena come se fosse ieri. Evidentemente è stata un’epifania, un colpo di fulmine, un trauma positivo. Ho incontrato quello che poi sarebbe stato chiamato da tutta la mia famiglia “Micio grosso”. E’ vissuto 18 anni il Micio Grosso. Quando è morto avevo 23 anni, e vivevo già a Bologna. Ci sono rimasta male, pur sapendo che le sue vite se le era giocate tutte e forse ne aveva avute un paio in più di altri gatti. Una volta era andato sotto una macchina e gli si erano rotti tutti i denti. Tenerezza infinita. Una volta una zampa non lo seguiva più, un’altra aveva preso una malattia che gli aveva pezzato tutto il pelo di macchie e croste marroni. Da bravo gatto di campagna nei suoi 18 anni di vita non è mai stato da un veterinario. Un gatto che si è fatto da sé. Quando è morto per lui non ho scritto nulla. Gli altri gatti che ho avuto e che non gli sono sopravvissuti sono stati tantissimi. Tutti dai nomi più o molto meno fantasiosi: Fufi, Juve, Tesoro, Devil, Micia, Micio. E per la morte di ognuno di loro – in campagna i gatti attraversano la strada e gli automobilisti sono spesso impietosi e distratti – chi pensava al loro funerale ero io. Una scatola con qualche buco ricavato come presa d’aria, un fiore, una coperta e una poesia o una letterina di saluto. Per il Micio Grosso non l’ho fatta e mi piace pensare sia un po’ anche questa.

Ma questa lettera qui, la scrivo soprattutto per Biagio, il mio adorato gatto che abbiamo salutato e accompagnato il 19 aprile scorso. E’ da tanto che voglio scrivere per salutarlo e solo oggi, mentre guidavo, ho ricordato le lettere dedicate ai gatti di una vita fa. Al giusto modo che avevo per dirgli addio e a quanto sia necessario farlo anche per Biagio.

Biagio è nato il 26 luglio del 2008. 11 anni fa oggi. E’ nato a Cesenatico nella via che ha ospitato tutti gli altri miei gatti. Il suo nome è in onore del veterinario più famoso di Cesenatico. Biagio e suo fratello Leo sono diventati gatti di città da subito e sono venuti con me e Stefano a Bologna. Hanno inaugurato la nostra convivenza che è partita con loro. Non ci hanno mai lasciati soli. Caratteri diversissimi, rompi scatole ciascuno a modo suo. Biagio da piccolo dormiva sempre a pancia in su. Una posizione che ha mantenuto anche da adulto. Aveva una macchia bianca sotto il collo, come un prete e come la sua mamma, che è grigia fumo di londra, ed è ancora viva con la sua macchia bianca e con il miagolio tenue identico a Biagio. Biagio è un gatto che probabilmente ha origini francesi, non conosceva il bidet se non per dormirci dentro, nè il concetto di lavarsi accuratamente che i gatti di solito hanno. Detto questo a modo suo è sempre stato un gatto profumato e un pelo morbidissimo e bello.  I primi tempi, marcava il territorio partendo direttamente dal nostro letto. Un piacere vero. Con il passare dei mesi e degli anni, Biagio e Leo sono entrati dentro di noi. Non c’era notte senza di loro nel letto, non c’era viaggio in cui non pensavamo a loro, chiamando casa per sapere come andava. Sono stati i nostri primi figli ed hanno accolto i nostri figli umani in modo sconsolato e affettuoso. Forme di tolleranza veramente basse, sguardi di commiserazione pura rivolti a noi. Biagio se la dava a gambe ogni volta che Giulio e Bianca urlavano disperati. Quella di scappare e nascondersi nei meandri più bui del nostro armadio era una sua grande tecnica. Temeva tutti, ma in particolare le persone massicce. Con quelle in casa, potevamo stare sicuri che non lo avremmo visto nemmeno all’ora dei pasti. Un anno nel mese di settembre, ho ospitato un parente molto grosso per tre giorni. E Biagio si è eclissato.

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questa è in assoluto la mia foto preferita di Biagio mentre si esibisce nel Gatto/Foca

Odiava anche gli odori e i profumi forti. Non appena usavo gli olii essenziali di lavanda o una crema viso fuggiva lontano. Una sera, quando era ancora piccolo, come al solito si era intrufolato sotto le lenzuola. E’ uscito di corsa scappando lontano. Non sto a spiegarvi il perchè, ma vi dico che abbiamo riso tantissimo.

Adorabile Biagio, te ne sei andato troppo presto. Non avevi nemmeno 11 anni, li avresti compiuti oggi. Il mio riferimento per te era il Micio Grosso. 18 anni con noi. Non hai usato tutte le 7 vite che avevi. Non è giusto. Hai smesso di mangiare una settimana prima. Nonostante le visite quotidiane dal veterinario non sei migliorato, anzi. Ci hanno detto che forse avevi la leucemia. Noi abbiamo iniziato a piangere. Mi hai portato a galla il ricordo di un dolore straziante. Quel dolore che ti fa sentire anche un pò vivo. Un vero stillicidio. L’ultima notte ci siamo sdraiati con te sul pavimento. Per mantenere l’abitudine ad averti in mezzo.
Mi stavo preparando da anni al fatto che prima o poi vi avrei salutato e mi auto convincevo del fatto che avrei sofferto meno per voi, perchè ora sono mamma di bambini veri. E invece no. Tu sei stato il mio primo figlio e non mi vergogno a dirlo. C’è chi capirà e c’è chi non capirà. Non mi interessa. Quel venerdì 19 aprile, il venerdì di pasqua, abbiamo detto ai bambini che sarebbero andati a dormire dai nonni insieme a Leo perchè noi dovevamo portare Biagio dal veterinario che lo avrebbe curato per qualche giorno. Ho fatto scegliere loro un peluche che gli avrebbe tenuto compagnia nei giorni in clinica. Ho detto loro di salutare Biagio e dargli un bacino. Ho girato un video che non ho più guardato. Ho aspettato che tornasse Ste ci siamo accoccolati tutti e tre sul divano. Biagio, Ste ed io. Lo abbiamo “strafugnato” tanto come dicevamo noi. La sera prima ci siamo fatti un’ultima foto tutti e sei assieme. Di quelle che abbiamo sempre quotato come “Happy Family” e che apre questo racconto. Poi lo abbiamo accompagnato. Lo abbiamo visto spegnersi sul tavolo freddo del veterinario mentre la nostra mano, il nostro viso erano sul suo. Un ultimo bacio col naso. Eravamo li. Ed eravamo li anche due ore dopo, con la sera appena venuta, nell’orto di Cesenatico, nella casa in cui è nato a seppellirlo. Con il peluche scelto da Giulio e Bianca. Sulla terra su cui sua mamma cammina anche oggi.

Ed oggi è il suo compleanno insieme a quello di Leo.

Auguro a loro di stare sempre bene. Quel bene che hanno dato a noi.

Auguro a Leo di superare il record del Micio Grosso e auguro ai miei bimbi di provare un amore così incondizionato verso gli animali che decideranno di avere per rendere uniche le loro vite.

Buon compleanno Gatoni!