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Ci sono.

Non scrivo, ma questo non vuol dire che io non pensi di farlo. ogni giorno.

Quindi oggi scrivo.

Sono in attesa di una telefonata e nel mentre faccio quello che voglio. Mi mancate. Mi manca il blog. Mi sono disabituata a guardare le statistiche delle visualizzazioni per gasarmi. E’ un anno impegnativo, non brutto perchè va tutto bene, ma non è un anno rilassante. Scrivere sul blog più spesso mi farebbe bene e mi toglierebbe un po’ di tik da stress che ogni tanto ho. Non vi pulsa mai un occhio? A me si.

Mi mancate, ma ora che son qui non so cosa dire.

Ammesso che vi interessi, vi racconto cosa è successo o cosa non è successo?

Principalmente è successo che sono entrata nel tunnel di fare solo quello che devo fare e rinunciare al piacere di trovare tempo per quello che mi piace fare. Scrivere, nuotare, fare yoga, uscire, guardare film, leggere libri, viaggiare, fare foto, pensare al blog e divertirmi sono entrati in stand-by e vorrei che pian piano riprendessero.

Abbiamo restaurato casa, abbiamo fatto sacrifici in tutti i sensi, abbiamo fatto scatoloni, abbiamo traslocato in pieno agosto, disfatto scatoloni, montato mobili. Ho lavorato molto e tuttora sto lavorando molto. Non per quanto riguarda le ore, ma per i pensieri e le idee che continuano a uscire ad ogni ora. A volte le dimentico le idee e passo giorni a provare a ricordarle. Il resto del tempo è dedicato a Giulio e Bianca che più crescono, meno dormono e più richiedono. Ed è giusto dargli, lo so. Ma mi esauriscono. In tutti i sensi. Una cosa che faccio, anche per loro, seppur indiretta, è quella di progettare la loro scuola e pensare alla scuola in generale. E’ un modo intangibile di esserci, ma ci sono eccome.Mi ha appassionata e mi porta via tempo. E’ una di quelle cose a metà fra il dovere e il piacere. Mio marito ha cambiato lavoro, fa maratone e allenamenti continui e non sempre mi va a genio questo impegno. Ma mi ripeto che è necessario lasciarsi liberi di fare quello che ci piace per poi raccontarcele con entusiasmo (se troviamo il tempo).

Poi è successo che la mia più cara amica in assoluto abbia avuto bisogno di me. O che io abbia pensato potesse avere bisogno di me. E ci sono stata, tutte le volte che ho potuto, che non erano però tutte le volte che avrei voluto. Il giorno del mio 39° compleanno ero dove volevo essere. Anche se non vorrei vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, vorrei certamente viverlo come se fosse unico. E in questa unicità vedo vicino, fisicamente o col pensiero, le persone che adoro.

Ho avuto tante soddisfazioni in questo periodo che mi hanno riportato con i piedi per terra. Mi sono chiesta molte volte se sono felice o se verranno tempi migliori. Questo avrebbe giustificato anche l’assenza su un blog che parla di felicità. In realtà più la mia vita è frenetica e più io sono felice. E dovrei interrogarmi su questo.
Ho sempre odiato la solitudine e la scaccio.

Quindi, per chi avrà voglia di leggermi, tornerò presto.

Nel frattempo vi lascio con un po’ di foto di noi negli ultimi mesi di vita semplice.

NOTA A MARGINE:
Questo post l’ho scritto il 25 novembre e non l’ho ancora pubblicato perchè son stata pigra a cercare foto. Quindi accontentatevi di quella in copertina che su IG ho intitolato: “Teniamoci stretti che soffia forte il vento” e quando parlo di vento non mi riferisco solo a una condizione climatica.